Domani, venerdì 25 febbraio 2022 si
terrà l’evento “Intelligenza Artificiale tra scienza e
fantascienza. Scenari, pratiche e immaginari”, primo appuntamento
della stagione 2022 di UniVerso, il cartellone culturale dell’Ateneo
che crea intersezioni tra il campo delle scienze sociali e umane,
delle scienze naturali, della tecnologia, delle arti e dello
spettacolo, per cogliere i nodi del presente e ragionare sulle sfide
del futuro. Si parte alle ore 15.00 con un talk dall’Aula Magna
della Cavallerizza Reale e in diretta streaming sulla pagina Facebook
di UniTo e su Unito Media. L’incontro, aperto dalla Prorettrice
Giulia Carluccio e curato da Simone Arcagni (docente di Nuovi Media e
Nuove Tecnologie all’Università di Palermo), prevede gli
interventi di:Guido Boella (docente di Etica, Società e Privacy al
Dipartimento di Informatica e Vice-Rettore Vicario per i rapporti con
le imprese e l’innovazione industriale dell’Università di
Torino), Tiziana Catarci (Direttrice del Dipartimento di Ingegneria
Informatica, Automatica e Gestionale “A. Ruberti” dell’Università
di Roma La Sapienza), Massimo Chiriatti (Chief Technical &
Innovation Officer ISG di Lenovo Italy), Cristina Pozzi(Board Member,
COO e Head of Contents di Treccani Futura), Freddy Paul Grunert
(artista e curatore), Salvatore Iaconesi e Oriana Persico (autori
dell’opera “Obiettivo” e fondatori del centro di ricerca HER
she Loves Data).
Durante l’incontro sarà affrontato
il tema dell’Intelligenza Artificiale in modo trasversale e
interdisciplinare facendo emergere quanto sia una questione di
impatti ma anche di pensiero, di narrazione e di creatività. Le
Intelligenze artificiali (IA) infatti possono reinventare e
reinterpretare la nostra osservazione del mondo e il nostro approccio
alla realtà, e vale la pena quindi interrogarne il portato
culturale, artistico e umanistico riconducendo le IA in una
osservazione più ampia che ha a che fare con la filosofia, l’etica,
l’arte. Le IA generano inoltre immaginari e narrazioni che si
muovono in territori ampi che sconfinano spesso tra scienza e
fantascienza e che hanno a che fare con chi siamo, come vediamo il
mondo e come lo interpretiamo. I sistemi di apprendimento automatico
(machine e deep learning) piuttosto che i processi di riconoscimento
visivo (computer vision) o i GAN (generative adversarial network),
oltre ad essere fantastici esempi di tecnologie futuristiche e
futuribili, rappresentano anche la logica del nostro tempo.
Alle ore 18.00, nella Sala Principi
d’Acaja del Rettorato (Via Verdi 8 / Via Po 17, Torino), la
giornata prosegue con l’inaugurazione di “Obiettivo”, la prima
opera d’arte datapoietica. L’installazione sarà visitabile fino
al 17 marzo nel cortile del Rettorato di via Po 17. “Obiettivo”, utilizzando grandi
quantità di dati, consente di fare esperienza dei fenomeni complessi
del mondo globalizzato, trasformandoli in occasioni di riflessione,
emozione, condivisione, discussione e, soprattutto, di presa di
coscienza della responsabilità e della possibilità di un’azione
partecipata. Nello specifico, “Obiettivo” rende visibili i dati
sulla povertà nel mondo attraverso un oggetto totemico che emette
luce in maniera continua finché il numero di persone in condizioni
di povertà estrema non scenderà al di sotto della soglia delle 500
mila persone. Nel 2020 l’opera è entrata nella Collezione
Farnesina ed è stata esposta a Berlino presso la Galleria State
Studio. Attualmente è in concorso per il Compasso d’oro nella
sezione ‘Installazioni’.
L’installazione usa tre modalità per
visualizzare i dati attraverso la luce. La frequenza di oscillazione
indica la quantità di persone interessata dal fenomeno della povertà
estrema: più è veloce più il numero cresce, più è lenta più il
numero scende. La direzione della luce ci informa se le persone
entrano o escono dalla povertà estrema: se la luce oscilla verso il
lato anteriore della scultura, cresce il numero di coloro che stanno
uscendo dalla condizione di povertà; se va invece verso il lato
posteriore, cresce il numero di coloro che ci stanno entrando. Il
segnale on/off: la luce si spegnerà quando resteranno meno di
500mila persone nel mondo in condizioni di povertà estrema.
“Con la giornata dedicata
all'Intelligenza Artificiale e alle modalità trasversali e variabili
con cui può creare un dialogo tra le arti e le scienze – dichiara
Giulia Carluccio, Prorettrice dell’Università di Torino – UniTo
inaugura la stagione 2022 di UniVerso. L'incontro a più voci curato
da Simone Arcagni e l'installazione dell'opera di Salvatore Iaconesi
e Oriana Persico riflettono su come l'Intelligenza Artificiale chiami
in causa non solo la tecnologia ma anche il pensiero, l'immaginario,
la cultura, la società, l'espressione artistica e sono il primo
degli appuntamenti di un programma ricco e sfaccettato che proporrà,
lungo tutto l’anno, occasioni di dibattito su temi cruciali della
nostra contemporaneità.”
“Non sappiamo ancora se l'IA sarà in
grado in futuro di creare opere d'arte – sottolinea Guido Boella,
Vice-Rettore Vicario per i rapporti con le imprese e l’innovazione
industriale dell’Università di Torino né in tal caso chi sarà in
proprietario dell'opera. Certamente, come mostrano Salvatore Iaconesi
e Oriana Persico, l'IA è già ora fonte di ispirazione per gli
artisti e strumento espressivo”.
“Jan Bot – aggiunge Simone Arcagni,
docente di Nuovi Media e Nuove Tecnologie all’Università di
Palermo – è una IA che vive nell’archivio dell’EyeFilm Museum
di Amsterdam e crea film di montaggio a partire dai fondi del museo
stesso, mentre GPT3 sulla base di poche righe di testo, continua la
narrazione imitando lo stile di scrittura. O ancora, Zone Out è un
film girato da una IA a cui sono stati ‘dati in pasto’ alcuni
film e manuali di sceneggiatura. Questi e altri esempi ci dicono che
le IA devono essere studiate anche come linguaggi nuovi e mezzi
creativi, come sistemi di interpretazione del mondo, come strumenti
in mano ad artisti, registi, designer, creativi e studiosi.
L’intelligenza artificiale non è solo un fatto tecnologico, una
scatola degli attrezzi, ma è un sistema di pensiero, un insieme di
pratiche anche creative e di impatti anche etici. Una “logica
culturale” che caratterizza il nostro presente algoritmo”.
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