Il settore dei Beni e delle Attività
Culturali è stato tra i più colpiti dalla crisi sanitaria ed
economica causata dall’emergenza di Covid-19, infatti, come attesta
un’indagine condotta dall’Osservatorio Hybrid Lifestyle, in
collaborazione con CRIF, 4 italiani su 10 hanno smesso di frequentare
i luoghi della cultura e dell’intrattenimento dall’inizio della
pandemia. Al medesimo tempo, però, è stata registrata
un’accelerazione nella digitalizzazione delle collezioni, fenomeno
che ha incentivato la nascita di archivi fruibili, efficienti e
interattivi, trasformando i musei in soggetti attivi all’interno
delle proprie comunità, adibiti a far discutere, analizzare e
comprendere i problemi odierni così da cercare soluzioni efficaci
per il futuro.
È proprio attorno a questo nuovo impegno dei
musei, visti sempre più come leve di cambiamento e valore
trasformativo verso la cultura della sostenibilità, che si è
focalizzato l’intervento di David Tombolato, curatore e
comunicatore scientifico presso il MUSE di Trento, alla 24ORE
Business School. L’Open Lesson dedicata all’area Arte, Cinema e
Design I nostri Master e Corsi di Arte, Cinema e Design (24orebs.com)
“Verso una cultura della sostenibilità: i musei come leve del
cambiamento” è stata utile a comprendere gli obiettivi che
l’Italia si è prefissata dagli anni Settanta ad oggi riguardo la
transizione ecologica, analizzandone le tappe di percorso e, a capire
come è nata l’Agenda 2030 secondo una lettura formativa sullo
sviluppo sostenibile. Nel corso degli anni si è passati, sempre più,
da una visione bivalente che teneva in considerazione esclusivamente
il rapporto tra uomo e ambiente a una sorta di triangolazione, la
quale, invece, fa riferimento sia alla realtà sociale, ambientale
che economica. Questo cambio di prospettiva ha permesso di mettere in
evidenza problematiche come la disuguaglianza nel mondo, lo spreco di
risorse e il declino della biodiversità.
“La pandemia ha lasciato un segno
indelebile per la consapevolezza della vulnerabilità del nostro
modello di sviluppo, per la ‘scoperta’ del legame tra le
condizioni dell’ambiente e quelle della nostra società – spiega
David Tombolato, curatore e comunicatore scientifico presso il MUSE
di Trento – ora, la massima priorità dovrebbe essere la
costruzione non solo della resilienza, ma della rigenerazione di
tutti i sistemi globali: ecco perché crediamo che il concetto
dell’interconnessione sia l’obiettivo primario da trasmettere in
una mostra sulla sostenibilità nell’era post-Covid. Raccontare
come la parola sostenibilità sia mutata nel corso degli anni,
attraverso oggetti, video e interviste per riflettere su questioni
urgenti come il cambiamento climatico, la sovrappopolazione e il
declino della biodiversità in un’ottica ambientale, ma anche etica
e politica. A tal proposito, lo scorso 8 febbraio l’Aula della
Camera ha definitivamente approvato la tutela dell’Ambiente che è
entrata ufficialmente in Costituzione”.
L’arte è sempre stata una disciplina
che ha seguito e/o anticipato l’evoluzione e i cambiamenti che
hanno contraddistinto le diverse epoche. A partire dagli anni
Settanta ha avuto inizio una critica nei confronti della società
consumistica, il cui confronto dialettico con le lacerazioni e le
contraddizioni della contemporaneità ha portato i musei a porsi al
servizio della società per il suo sviluppo sostenibile. Per far sì
che ciò avvenga, è importante investire sulla digitalizzazione,
sulle competenze, sull’innovazione e sulla ricerca affinché
l’ambiente museale si riveli al fruitore come un interessante
contesto di esperienza e di autoformazione in un’ottica di
lifelong, lifewide e life deep learning, secondo il modello del
Sistema Formativo Integrato: uno spazio che apre le porte al
territorio in maniera inclusiva e democratizzante.
Un esempio è il Museo delle Scienze di
Trento il MUSE, il quale ad ottobre 2021 ha inaugurato le proprie
gallerie permanenti adottando una nuova chiave di lettura attorno ai
diversi temi come: sostenibilità, perdita della biodiversità,
cambiamento climatico ed esplosione demografica. L'obiettivo di
questa trasformazione è di strutturare un dialogo tra generazioni
pensando al futuro per mobilitare governi, aziende e cittadini e
fissare una timeline precisa. É su questa lunghezza d’onda che si
sta muovendo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ha come
assi portanti la transizione digitale e quella ecologica. Infatti, il
PNRR punta sul mondo della cultura come volano per il rilancio del
Paese post-Covid, i cui fondi destinati ammontano a oltre 6 miliardi.
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