Sarà presentato alla 79. Mostra
Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia in
concorso nella sezione Orizzonti Extra, il film “Red Shoes”, film
drammatico diretto da Carlos Kaiser Eichelmann e interpretato da
Eustacio Ascacio, Natalia Solian, Phanie Molina, Jeorgina Tábora e
Rosa Irine Herrera. Una co-produzione Messico/Italia, co-prodotto da
102 e BHD e distribuito da 102 Distribution. In un luogo sperduto tra
le montagne nel nord del Messico, vive Artemio, un contadino che vede
scivolare tra le proprie dita il suo desolato appezzamento di terreno
e la sua stessa vita. Quando riceve una notizia sconvolgente sulla
figlia che non vede ormai da anni, decide di partire per la città in
cerca di verità e redenzione, ma si trova ad affrontare un mondo
brutale, a lui completamente sconosciuto.
Il film affronta la
tematica della redenzione spirituale, messa in luce dai due
personaggi principali. Il titolo nasce da un elemento simbolico, le
scarpe rosse, che rappresentano la lotta contro ogni tipo di abuso di
genere e la denuncia contro la violenza sulle donne. Il movimento
risale al 2009, quando l'artista messicana Elina Chauvet realizzò
un'installazione artistica di scarpe rosse esposta nelle strade,
nelle piazze, nelle scuole, nei palazzi del potere, in risposta
all’ondata di femminicidi di quel periodo in Messico. Nel 2020 un
gruppo di attivisti ha dipinto 300 paia di scarpe rosse e indetto uno
sciopero di 24 ore, in cui le donne si sono assentate dai luoghi di
lavoro e dalla vita pubblica, utilizzando l'hashtag
#UnDiaSinNosotras.
Red Shoes è sceneggiato dal regista
con Jofra GG e Adriana Gonzáles Del Valle, con la fotografia di
Serguei Saldivar Tanaca, montato da Omar Guzmàn, con le musiche di
Camilla Uboldi, con la scenografia di Nohemì Gonzales Martinez, il
trucco di Julissa Calderon e i costumi di Carolina Burbano.
“Un
uomo – sottolinea il regista – deve superare una serie di
ostacoli per recuperare tutto ciò che ama: la redenzione e il
dolore sono temi universali che ci portano al massimo dell’estasi e
della disillusione. Temi che i personaggi del film sono in grado di
superare, facendo penitenza. Questa è una storia sul conflitto con
i padri, argomento che interessa anche me da vicino: il film è
infatti un piccolo tributo al mio stesso padre, a tutti i padri e ai
rapporti che non siamo mai in grado di concludere. Una storia che
mette anche in luce il duro contrasto tra il Messico rurale, luminoso
quanto dimenticato, e il Messico urbano, vibrante e buio, doloroso e
vivo”.
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